Dal prossimo 3 luglio entrerà in vigore la direttiva comunitaria che mette al bando prodotti in plastica monouso in tutti i paesi membri dell’UE.
L’obiettivo primario della Direttiva è limitare l’immissione sul mercato di oggetti destinati al singolo utilizzo e che hanno un tempo di vita breve. L’intervento normativo dell’Unione Europea, nato per limitare la plastica monouso, è definita Direttiva SUP – Single Use Plastics. Entrata in vigore il 3 luglio 2019 la Direttiva dell’Unione europea UE 2019/904 mira, infatti, a prevenire e contrastare la creazione di rifiuti marini.

La strada scelta è stata quella di colpire alla fonte, ovvero vietare e disincentivare la produzione e commercializzazione di alcuni oggetti monouso in plastica. Da quella data gli Stati membri hanno due anni di tempo per recepire la legislazione nel loro ordinamento nazionale. Le nuove regole contenute nella Direttiva vietano, dunque, con decorrenza al 2021, l’utilizzo di determinati prodotti in plastica usa e getta. Questo per quei prodotti per i quali esistono alternative in commercio.
Di seguito l’elenco dei prodotti o imballaggi soggetti al divieto:
- Bastoncini cotonati per la pulizia delle orecchie
- Posate (forchette, coltelli, cucchiai, bacchette)
- Piatti (sia in plastica che in carta con film plastico)
- Cannucce
- Mescolatori per bevande
- Aste per palloncini (esclusi per uso industriale o professionale)
- Contenitori con o senza coperchio (tazze, vaschette con relative chiusure) in polistirene espanso (EPS). Sia per consumo immediato (fast-food) che asporto (take-away) di alimenti senza ulteriori preparazioni
- Contenitori per bevande e tazze sempre in EPS
- Tutti gli articoli monouso in plastica oxodegradabile
La Direttiva SUP dice esplicitamente all’art. 3 che gli unici polimeri esclusi dal divieto sono quelli naturali non modificati chimicamente. Al bando, quindi, la plastica monouso. I polimeri naturali non modificati chimicamente non sono invece soggetti al divieto sono quelli naturali organici. Ovvero le fibre naturali non sottoposte a modifiche chimiche per ottenere il manufatto. Bioplastiche e plastiche vegetali o quelle petrolchimiche, rientrano tra i polimeri modificati chimicamente e quindi fra i materiali vietati.
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