L’aeroporto non riconosce la sua identità sessuale ed una modella trans ha raccontato la sua disavventura. Per lei è difficile viaggiare.
Il fatto
L’aeroporto non riconosce la sua identità sessuale e la modella Rosalynne Montoya, il 20 marzo, decide di raccontare l’accaduto attraverso un video su TikTok.
La vicenda si apre con uno scanner aeroportuale, facendo scattare controlli e perquisizioni su di lei da parte della polizia.
Montoya ha raccontato che, in un normalissimo controllo aeroportuale, vi erano due bodyscanner calibrati uno per le donne e uno per gli uomini.
Essendo lei una donna transgender ha motivato la sua scelta basandosi sul fatto che il suo corpo oramai era completamente femminile e che i propri documenti di identità attestavano che lei fosse una donna. Tuttavia, la modella non si è ancora sottoposta all’intervento chirurgico per la rimozione del pene e sarebbe stato proprio la presenza dell’organo maschile a fare andare in tilt lo scanner aeroportuale per donne.

I problemi riscontrati
Visto che lo scanner aveva registrato un’anomalia nel passaggio di Montoya, quest’ultima viene fermata dalla sicurezza per capire a cosa fosse dovuta l’anomalia.
La modella ha rivelato agli agenti di essere una trans e ha quindi accusato gli scanner aeroportuali di non essere programmati per riconoscere all’istante soggetti “non binari” dal punto di vista sessuale.
Montoya ha sostenuto anche che, pur essendosi giustificata, gli agenti non avrebbero voluto sentire ragioni e l’avrebbero alla fine costretta a subire una perquisizione chiedendole se voleva essere perquisita da un uomo a cui la donna ha negato il consenso.
Le accuse di transfobia
Molte associazioni pro-LGBT hanno subito gridato contro la “transfobia” dei programmatori degli scanner aeroportuali USA.
La stessa Montoya, è tornata a parlare della sua disavventura riprendendo proprio il tema della transfobia per affermare che tale pregiudizio è radicato ancora nei sistemi di potere.
Fonte immagine copertina: Progressive